✺L' uomo si sente sempre più giovane a mano a mano che entra nel mondo dell' immaginazione. Ora sa che era solo l' intelletto che lo rendeva rigido e vecchio nell' espressione della sua anima
R. Meyer
Pure imagination
L' immaginazione è la capacità di creare immagini.
Per un attore/attrice è molto importante possedere un' immaginazione forte e vivace, gli è indispensabile in ogni momento del suo lavoro, dall'analisi superiore della propria individualità creativa sino alla sua vita nella scena; quando studia intellettualmente il copione, per iniziare la fase di "traduzione" dal mondo dell' autore a quello dell' attore, fino a quando "recita" la parte.
L' IMMAGINAZIONE PUÒ ESSERE:
ATTIVA (vedere le immagini, crearle)
PASSIVA (l' attore fa sue le immagini del regista)
La prima è creatrice, oggettiva, si sviluppa con concentrazione e creatività → terzo occhio o occhio della mente, la seconda ha un' iniziativa indotta da ciò che le viene suggerito e la elabora poi per conto suo:
Visualizzazione → processo di fusione e incorporazione
Se diciamo una parola o facciamo qualcosa in scena meccanicamente senza sapere e senza chiederci: chi siamo, da dove veniamo, perché lo facciamo, di cosa abbiamo bisogno, come la otterremo, cosa vogliamo dagli altri personaggi... evitando di attingere dalla nostra immaginazione, la nostra apparizione in scena, breve o lunga che sia, non sarà vera né per noi né per il pubblico, avremo agito meccanicamente, in assenza di volontà e scopo.
Appropriarsi del mondo delle immagini è un allenamento ed uno stimolo fondamentale per migliorare le qualità delle azioni e per potenziare il proprio Sé Superiore (o Io Superiore) -la parte più creativa ed espansiva per ogni artista- che dà accesso a quel luogo segreto nascosto dietro e oltre l' opera, al di fuori (e di più) delle proprie esperienze quotidiane.
Noi cosa trasmettiamo?
Noi, logicamente, trasmettiamo immagini. Se voi poteste "aprire" il cervello di mille spettatori contemporaneamente, voi vedreste mille immagini diverse, perché trasmettiamo immagini, ma non tutti percepiscono la stessa immagine perché ognuno del pubblico in quanto individuo singolo ha un proprio bagaglio percettivo personale: l' importante è che l' immagine che noi irradiamo sia forte, visibile e condotta da energia sottile costante. Ogni spettatore percepirà un' immagine diversa, ma sarà sempre legata alla percezione data dalla nostra irradiazione, ergo: irradia e visualizza sempre.
Sostituzione o giustificazione: "Santo inganno"
(brevissimo accenno e allineamento storico)
Se ho un personaggio che sta vivendo un' esperienza molto dolorosa e traumatica ma nella vita non ho mai vissuto questa esperienza, se ho la capacità di immaginare l' avvenimento con tutti i dettagli sensoriali per me significativi e importanti -fervida anticipazione immaginaria dell'evento stesso-, questa comincerà pian piano a far affiorare un' emozione vera. Stimola e ricrea nella circostanza un' atmosfera oggettiva che la farà "uscire"; se questa emozione invece non dovesse verificarsi, posso, nell'immaginazione attiva, attuare una sostituzione -immagine da visualizzare con una connessione diretta-. Sostituzione che può esser di soggetto, di oggetti e di ambiente, chiamata anche "Santo inganno" e "giustificazione" da Michail Cechov, Vachtangov e Stanislavskij ai tempi degli studi moscoviti.
"Se giustificate non mentite, state facendo tutto a fin di bene, quindi siete perdonati"
Evgenij Vachtangov
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